Luserna San Giovanni. Un primo passo per una memoria storica

Luserna San Giovanni. Un primo passo per una memoria storica

Dimenticare. È un atto che compiamo continuamente, senza accorgercene; è come se ogni tanto perdessimo un tassello di un grande puzzle, ciò che potremmo chiamare “conoscenza”: la conoscenza di sé, dei luoghi, o della storia di un luogo. Questo processo, a fronte dello scorrere degli anni, è inevitabile, ma oggi la situazione rischia di assumere dei tratti drammatici: sembra che talvolta non si abbia nemmeno la possibilità trascurare il passato, dato che talora manca la conoscenza stessa, manca qualcosa da dimenticare.

Dunque: come si fa a dimenticare un luogo senza conoscerlo? Siamo di fronte a uno stallo, una situazione per la quale il geografo Eugenio Turri consiglierebbe di fermarsi ad osservare l’operato dell’uomo, a farsi spettatore, anziché attore dei processi che regolano la trasformazione del territorio.

Spinti da questa consapevolezza, io e la mia compagna di studi Federica Serra abbiamo intrapreso – in occasione di un lavoro universitario – un’approfondita analisi storica del comune di Luserna San Giovanni, ripercorrendone le fasi socio-politiche e indagando le ragioni che hanno portato alla trasformazione del centro, dai suoi esordi fino ad oggi. Abbiamo così delineato un quadro completo che ci ha permesso di sviluppare alcune idee di massima per un progetto di riqualificazione e di valorizzazione del territorio[1].

Luserna San Giovanni si presenta come un comune di circa 8.000 abitanti, situato nella zona delle Valli Valdesi, così chiamate per il grande numero di individui di fede valdese che, durante i secoli, le hanno abitate; il territorio comprende la Val Chisone, la Val Germanasca e la Val Pellice. Luserna San Giovanni sorge nel cuore di quest’ultima, a 52 chilometri a Sud-Est da Torino, precisamente in un piccolo tratto chiamato Val (di) Luserna. Attraversata da due fiumi, il Pellice e il Luserna, è il paese più popoloso della valle, comprendente la collina di San Giovanni (con un’alta densità di colture), la pianura del fondo valle (dove sorgono gli Airali, capoluogo del Comune e centro residenziale di recente costruzione) e Luserna (l’antico nucleo abitativo di epoca medievale).

Come accennato, la memoria storica del territorio è oggi quantomeno carente, e la Val Pellice risulta profondamente colpita da questo fenomeno di disinformazione. Una valle ricca di storia, da sempre snodo per gli scambi con il Delfinato francese (e non solo), risulta inevitabilmente impoverita, nella misura in cui perdita di consapevolezza colpisce anche chi la abita.

Dopo un doveroso studio generale della valle e dello strettissimo rapporto con la popolazione protestante valdese, il nostro lavoro si è concentrato sul comune che, con le dovute oscillazioni in termini di peso specifico, è da sempre stato al centro del panorama politico, economico e sociale dell’intera valle. Il nostro approccio è consistito innanzitutto nello studio del modo in cui il comune si presenta attualmente, e nell’individuazione delle relative problematiche; in seconda battuta, siamo passati alla vera e propria analisi storica, concentrandoci maggiormente sulle vicende e sugli avvenimenti nodali che hanno portato al risultato che osserviamo oggi.

L’intero lavoro si è quindi formalizzato con la stesura di una relazione e di un pdf interattivo comprendente, oltre a una linea del tempo e i vari approfondimenti, anche la catalogazione delle carte storiche consultate. Non mancheremo, con altri contributi, di offrire altre notizie sui prossimi sviluppi del nostro approccio al lavoro e alle sue possibilità.


[1] Un contributo tecnico è stato fornito anche da Deborah Biffanti, Giulia Dello Vicario, Gianfranco Luglio, Barbara Marcovecchio, Alessandro Mineo, Emiljan Prenga e Andrea Sastre, che ringraziamo.

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