Tempo di carnevale

Tempo di carnevale

Il termine carnevale pare derivi dal latino “carnem levare” (eliminare la carne) e faceva riferimento al banchetto del martedì grasso, ultimo giorno prima del periodo della quaresima, tempo di astinenza, digiuno e penitenza.

I festeggiamenti avvengono nel giovedì grasso e nel martedì grasso, definiti così per la presenza di cibi e leccornie prelibati e particolarmente gustosi.

E’ un periodo che ha riferimenti storici nelle feste greche, chiamate dionisiache, e nei saturnali romani. Durante queste feste, vi era un temporaneo scioglimento degli obblighi e delle gerarchie sociali, che lasciavano il posto allo scherzo e alla dissolutezza. Il carnevale – così come lo definiamo oggi – era, in quel tempo, un periodo di rinnovamento, in cui il disordine sostituiva, temporaneamente, l’ordine sociale costituito.

Anche le maschere, che simboleggiano il periodo carnevalesco, incarnano, secondo questa lettura storica, gli antenati, che, grazie alla caduta dei confini determinata dal caos, visitano il mondo dei vivi. Lo sconvolgimento del caos carnevalesco termina, in molte tradizioni, con rituali di purificazione, in cui l’immagine del carnevale – spesso simbolicamente rappresentata da un fantoccio o da un “re del carnevale” – viene bruciato o decapitato.

Le maschere sono nate, nel XVI secolo, dal teatro dei burattini e dalla Commedia dell’arte.  Nella nostra tradizione, sono la rappresentazione delle caratterizzazioni degli abitanti delle diverse regioni: riuniscono, infatti, nel tratto, nel carattere e nei comportamenti, gli elementi distintivi che, secondo l’immaginario collettivo, raffigurano l’indole degli abitanti dei diversi paesi o delle differenti classi sociali.

Pulcinella – insieme ad Arlecchino – è la maschera riconosciuta universalmente come il simbolo del carattere italiano: è il modello della vitalità, l’anti-eroe ribelle e irriverente, alle prese con le contrarietà del quotidiano, cosciente dei problemi in cui si trova, ma che riesce sempre ad uscirne con un sorriso, prendendosi gioco dei potenti pubblicamente e svelando tutti i retroscena.

Arlecchino – maschera bergamasca – come Pulcinella, rappresenta l’Italia. E’ un personaggio legato alla ritualità agricola, di cui emerge lo spirito villanesco, piuttosto arguto ma più spesso sciocco, quello del povero diavolo, come i servi rappresentati nelle commedie di Plauto, o in quelle del Quattro-Cinquecento.

Colombina, maschera veneziana della Commedia dell’arte, è legata ad Arlecchino, che nutre una grande gelosia nei suoi confronti, a causa delle attenzioni da parte del padrone Pantalone. Raffigura il carattere della servetta furba, graziosa e vivace, sempre al centro degli intrighi amorosi della sua padrona, Rosaura. È affascinante e molto corteggiata, ma lei resta fedele al suo amato Arlecchino; spesso è portata in scena come sua fidanzata o moglie, tanto che talvolta prende il nome di Arlecchina, assumendone anche il suo costume tipico. E’ uno dei primi personaggi femminili del teatro del Cinquecento ad essere interpretata da donne, a cui, fino a quel tempo, non era consentito calcare le scene: i personaggi femminili venivano, infatti, rappresentati sulla scena da uomini travestiti.

Molte regioni hanno maschere rappresentative o modalità con cui il carnevale viene festeggiato. Nei prossimi articoli racconteremo alcune curiosità e segnaleremo luoghi ed eventi legati a questo particolare momento dell’anno.

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