Santa Maria di Lucedio: storia e leggende

Santa Maria di Lucedio: storia e leggende

A Lucedio, presso Trino Vercellese, sorge un complesso abbaziale fondato intorno al X secolo dai monaci cistercensi, giunti dalla Borgogna. Il complesso si potrebbe quasi definire un monastero fortificato. La zona paludosa e selvaggia in cui sorge l’abbazia era di proprietà del marchese Ranieri I del Monferrato e la presenza delle incolte boscaglie (denominate locez) diede il nome all’abbazia.

Nei secoli, l’antico monastero venne ampliato, grazie alla fama e alla prosperità economica che l’abbazia conobbe fino al XIV secolo. I monaci infatti avviarono, in questa zona così poco ospitale, la coltivazione del riso, che ben si prestava alle caratteristiche del territorio. Nel tempo, oltre alla chiesa furono edificati il chiostro, la bellissima sala capitolare, e la sala dei conversi, con volte a vela che poggiano su basse colonne, e che ancora oggi si possono ammirare. Verso la fine del XVIII secolo l’antica chiesa venne abbattuta e ricostruita, ma ancora oggi necessita di significativi interventi di restauro.

Il nome “Lucedio”, oltre al possibile significato determinato dal luogo (locez),  significa “Luce di Dio” o, forse, “Dio di Luce”, ovvero Lucifero.

A tale proposito, numerose sono le leggende che circondano l’abbazia: si parla di cripte segrete, di corpi mummificati di abati disposti in cerchio nei sotterranei, a guardia della forza malefica che è prigioniera nell’abbazia, di una colonna “piangente” nella sala capitolare. Altri racconti riguardano il vicino cimitero di Darola e  la chiesa della Madonna delle Vigne, nei pressi di Lucedio, sulla strada che porta a Trino Vercellese. In questa chiesa è raffigurato un organo a canne presso cui è riportata l’immagine di uno spartito. La leggenda narra che il motivo musicale tiene imprigionato il demonio nelle segrete della chiesa, ma lo spartito può essere suonato anche all’inverso, liberando in questo modo la presenza demoniaca. A queste leggende contribuisce lo scenario del luogo che, soprattutto nel periodo autunnale, è circondato da nebbie da cui, secondo i racconti degli abitanti, emergono fantasmi e figure incorporee.

La sala capitolare di Santa Maria di Lucedio

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